calzavara
Mi è giunto, graditissimo gentil omaggio da parte di MG D’A, un recente bel volume (con testi di Maristella Casciato, Maria Grazia D’Amelio, Piero Berengo Gardin, Anty Pansera, Enrico Sturani e schede di Elena De Luca) su una figura originale nella storia della grafica italiana – e non solo, ça va sans dire –, quale Attilio Calzavara, che mi affretto a segnalare, citando dalla scheda pubblicata online dall’editore.
TRA FUTURISMO E VISUAL DESIGN
Attilio Calzavara e il progetto grafico di Opere pubbliche
iiriti editore, Reggio Calabria 2005
224 pagine a colori 23 x 28 cm
Il volume Opere Pubbliche 1922-32, a cura del Ministero dei Lavori Pubblici, viene editato nel decennale del fascismo per divulgare l’attività delle numerose amministrazioni preposte agli interventi urbanistici e territoriali (ne esiste anche un’edizione francese Les Travaux publics exécutés pendant les dix premières années du régime fasciste, 1934). Il volume congegnato “in veste moderna e appariscente”, per usare le parole del ministro Araldo di Crollalanza nella sua Introduzione (a p. III), gode, al tempo, di una tale considerazione da campeggiare in bella vista sulla scrivania di Benito Mussolini a palazzo Venezia.
Per il progetto editoriale di Opere Pubbliche, pensato come potente strumento di propaganda, viene chiamato l’architetto Attilio Calzavara (Padova 1901 - Roma 1952), l’autore, peraltro, di molti diplomi, manifesti e cartoline tra i più scenografici commissionati in quegli anni dall’Opera Nazionale Balilla.
Di questo progetto sono state di recente individuate in una collezione privata 78 tempere (di dimensioni leggermente variabili, intorno ai 40 x 55 cm), disegnate personalmente da Calzavara, che, come noto, era architetto, grafico e pittore (il suo archivio è consultabile alla pagina del DO.CO.MO.MO, The Italian working party for DOcumentation and COnservation of buildings, sites and neighbourhoods of the MOdern MOvement). Esse sono i bozzetti predisposti per la copertina del volume, per il frontespizio, per le 14 testate che precedono i rispettivi capitoli, per i 14 capopagina e per i 14 prototipi che originano le cifre identificative delle 160 tavole dell’impaginato delle fotografie.
È un corpus sorprendente, per la prima volta pubblicato per intero, che dà il senso della mole di lavoro che sottende a Opere Pubbliche 1922-1932, il volume con il quale venivano anticipate le odierne strategie della comunicazione visiva.
TRA FUTURISMO E VISUAL DESIGN
Attilio Calzavara e il progetto grafico di Opere pubbliche
iiriti editore, Reggio Calabria 2005
224 pagine a colori 23 x 28 cm
Il volume Opere Pubbliche 1922-32, a cura del Ministero dei Lavori Pubblici, viene editato nel decennale del fascismo per divulgare l’attività delle numerose amministrazioni preposte agli interventi urbanistici e territoriali (ne esiste anche un’edizione francese Les Travaux publics exécutés pendant les dix premières années du régime fasciste, 1934). Il volume congegnato “in veste moderna e appariscente”, per usare le parole del ministro Araldo di Crollalanza nella sua Introduzione (a p. III), gode, al tempo, di una tale considerazione da campeggiare in bella vista sulla scrivania di Benito Mussolini a palazzo Venezia.
Per il progetto editoriale di Opere Pubbliche, pensato come potente strumento di propaganda, viene chiamato l’architetto Attilio Calzavara (Padova 1901 - Roma 1952), l’autore, peraltro, di molti diplomi, manifesti e cartoline tra i più scenografici commissionati in quegli anni dall’Opera Nazionale Balilla.
Di questo progetto sono state di recente individuate in una collezione privata 78 tempere (di dimensioni leggermente variabili, intorno ai 40 x 55 cm), disegnate personalmente da Calzavara, che, come noto, era architetto, grafico e pittore (il suo archivio è consultabile alla pagina del DO.CO.MO.MO, The Italian working party for DOcumentation and COnservation of buildings, sites and neighbourhoods of the MOdern MOvement). Esse sono i bozzetti predisposti per la copertina del volume, per il frontespizio, per le 14 testate che precedono i rispettivi capitoli, per i 14 capopagina e per i 14 prototipi che originano le cifre identificative delle 160 tavole dell’impaginato delle fotografie.
È un corpus sorprendente, per la prima volta pubblicato per intero, che dà il senso della mole di lavoro che sottende a Opere Pubbliche 1922-1932, il volume con il quale venivano anticipate le odierne strategie della comunicazione visiva.
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