immagine
Roland Barthes
|
"L'immagine,
in quanto segno, in quanto elemento di un sistema di comunicazione,
ha un considerevole valore impressivo. Si è tentato di
studiare questo potere di choc ma occorre essere molto prudenti:
in quanto segno, l'immagine comporta una debolezza, diciamo una
difficoltà notevole, che risiede nel suo carattere polisemico.
Un'immagine irradia sensi differenti, che non sempre sappiamo
padroneggiare; per il linguaggio, il fenomeno della polisemia
risulta notevolmente ridotto dal contesto, dalla presenza di
altri segni, che indirizzano la scelta e la comprensione del
lettore o dell'ascoltatore. L'immagine si presenta invece in
modo globale, non discontinua, ed è per questo che è
difficile determinarne il contesto. Così, ciò che
l'immagine guadagna in impressività lo perde spesso in
chiarezza. |
Non
bisogna dimenticare che la comunicazione è solo un aspetto
parziale del linguaggio. Il linguaggio è anche una facoltà
di concettualizzazione, di organizzazione del mondo, e dunque
è molto più della semplice comunicazione. Gli animali,
per esempio, comunicano molto bene tra loro o con l'uomo. Ciò
che distingue l'uomo dall'animale non è la comunicazione,
è la simbolizzazione, cioè l'invenzione di segni
non analogici. Allo stato attuale, l'immagine rientra soprattutto
nella sfera della comunicazione. È stato detto e ripetuto
che siamo entrati in una civiltà dell'immagine. Ma si
dimentica che praticamente non c'è mai immagine senza
parole, siano queste sotto forma di legenda, commento, sottotitolo,
dialogo". |