27 aprile 2006

[musei] armus - genova

Armus
Archivio-Museo della Stampa
via Giovanni Maggio 3
16147 Genova Quarto

tel
010.5499643
fax
010.5499970 e 3071585 (fonti in disaccordo)
mail
archiviomuseostampa@pirella.net



dal sito ufficiale di Genova04:
Archivio-Museo della Stampa
Una struttura inedita, fatta propria dalla Provincia di Genova in collaborazione con l’Associazione Culturale Museo della Stampa, per valorizzare e promuovere la conoscenza e la conservazione del patrimonio culturale tipografico attraverso l’esposizione della preziosa raccolta dell’editore genovese Francesco Pirella. Torchi di varie epoche, antiche macchine da stampa e caratteri in piombo, bronzo e legno sono i tesori esposti nell’Archivio-Museo della stampa. Il materiale storico viene esposto in un percorso didattico volto a documentare l’evoluzione delle forme di comunicazione da Gutemberg alla stampa digitale, con aree destinate all’approfondimento didattico e formativo in settori strategici del libro e dell’editoria e quale spazio-incontri per studiosi della comunicazione, di grafica e di storia della tipografia. L’Archivio-Museo si presenta quindi come officina sperimentale di cultura e di formazione, rivolta non solo al mondo della scuola, ma anche all’università e a quanti sono interessati allo studio della comunicazione in genere. Nell’ambito delle attività già programmate sono previste – oltre alle visite guidate alla struttura - anche attività di laboratorio, conferenze e performance teatrali”.

dal portale Liguria:
“È nato a Genova l'Archivio Museo della Stampa, una ‘fabbrica’ sperimentale della stampa italiana, ricca di testimonianze, documenti (anche libri) e curiosità che opererà in collaborazione con i più importanti musei della stampa in Italia e in Europa (Magonza, Basilea, Anversa, Subiaco). Promotori dell’iniziativa sono stati l’editore Francesco Pirella, che ha offerto la propria collezione privata e il progetto museale, la Provincia di Genova, che ha messo a disposizione i propri spazi, l’Associazione culturale Museo della Stampa e l’Università degli Studi di Genova. Fra le personalità che sostengono culturalmente l’iniziativa ci sono: Margherita Hack, Edoardo Sanguineti, Vincenzo Tagliasco, Fernanda Pivano, Alberto Abruzzese e Lele Luzzati. L’Archivio Museo della Stampa presenta al pubblico strumenti culturali in grado di documentare non solo l'origine e la storia della stampa ma il suo significato. Dalla grande sala museale si estenderanno diversi spazi didattici ‘polifunzionali’, veri e propri laboratori di studio, composizione, catalogazione, restauro di antichi reperti tipografici, un'officina storica di stampa, oltre che una piccola videoteca specialistica.
La trentennale raccolta gutenberghiana di Francesco Pirella, dopo oltre un anno di lavoro, con l'aiuto di appassionati collaboratori e volontari, si mostra, in parte alla città. Lo spazio, messo a disposizione dalla Provincia di Genova, è quello, molto interessante, dell’ex falegnameria”.

26 aprile 2006

[musei] libro antico - tivoli

Laboratorio Museo Didattico del Libro Antico
giardini di Villa d’Este
Tivoli (Roma)



dal sito ufficiale:
“Il Laboratorio Museo Didattico del Libro Antico è una struttura privata, aperta gratuitamente al pubblico, autorizzata dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, e dal Ministero della Pubblica Istruzione, fondato e diretto sin 1979 dal prof. Antonio Basile, figlio d' arte che attraverso le attività di laboratorio ha dato vita al centro integrativo scolastico più frequentato d'Italia con circa 11.000 iscritti.
Il centro ha sede nei giardini di Villa d’Este, patrimonio dell’Unesco, in due locali siti nel piazzale antistante la fontana dell’Ovato simbolo della città di Tivoli rappresentato dalla famosa Sibilla Tiburtina divinità protettrice della città ed artefice dei leggendari libri sibillini.
Il museo, sede internazionale di seminari, conferenze ed attività didattiche, si occupa, in collaborazione di studiosi ed esperti, dello studio, conservazione, restauro e ricostruzione tecnico - scientifica di documenti librari antichi dal papiro alla carta stampata, con scrittura e relative tecniche pittoriche”.

25 aprile 2006

[musei] pt - roma

Museo storico delle poste e telecomunicazioni
Ministero delle Comunicazioni
viale Europa angolo viale C. Colombo
00144 Roma

tel
06.54442361
fax
06.54221673
mail
museostorico@comunicazioni.it

“Per motivi organizzativi ed al fine di fornire adeguata assistenza ai visitatori, il museo aprirà solo su richiesta”.

dal sito del ministero delle comunicazioni:
“Il primo nucleo del Museo storico P.T. italiano fu costituito da una raccolta iniziata nel 1878 da Ernesto D'Amico, a quel tempo Direttore Generale dei Telegrafi d'Italia, il quale dispose che presso l'ufficio Tecnico dei telegrafi di Firenze fossero concentrati e custoditi tutti i disparati apparecchi e mmateriali telegrafici degli antichi stati italiani, messi fuori uso nel 1861. La raccolta andò gradualmente arricchendosi con l'acquisizione di cimeli, documenti e materiali postali e d'altri apparati telegrafici che andarono in parte distrutti nell’incendio dell'Esposizione Voltiana nel 1899. Nel frattempo l’illustre filatelista Emilio Diena iniziava presso la sede del Ministero P.T. una collezione filatelica. Nel 1907 fu istituito in Roma L’Istituto Superiore P.T. nella cui sede si provvide a trasportare il materiale raccolto a Firenze. Successivamente nel 1938, resisi disponibili alcuni locali presso l’ufficio principale P.T. di Roma Prati, fu possibile aprire il Museo al pubblico. La sede si rivelò presto insufficiente per l’esposizione di tutto il materiale. Nel 1980 il museo fu trasferito nella attuale sede dell’Eur.

Poste
La prima parte del settore Poste è dedicato alle origini dei servizi postali: sono esposte le antiche buche d’impostazione in pietra dal 1630 fino alle cassette in metallo dei nostri tempi. È stato integralmente ricostruito un ufficio postale fine 800 arredato con mobili e cimeli originali provenienti dal Ducato di Parma. La seconda parte del settore è dedicata ai servizi postali negli Antichi Stati Italiani. In apposite vetrine sono esposti tutti gli oggetti e cimeli relativi allo Stato Pontificio, Regno delle Due Sicilie, Gran Ducato di Toscana, Lombardo Veneto, Regno d’Italia. Una successiva sezione è dedicata alla Posta Militare, dalla sua istituzione fino alla seconda guerra mondiale, nonché alla ricostruzione degli impianti postali nel dopoguerra. Segue quindi la esposizione delle macchine bollatrici, impacchettatrici, distributori automatici di francobolli e cartoline e tutto ciò che ha costituito la meccanizzazione e automazione postale degli ultimi tempi, fino al primo elaboratore elettronico ELEA 9003 progettati e realizzati in Italia nel 1959.

Telefono

In questo settore il pubblico può osservare in apposite vetrine, gli esemplari originali dei più svariati tipi di apparecchi telefonici sperimentati nell'ultimo ventennio del XIX secolo; l’invenzione di Antonio Meucci è presentata con un modello del suo primo apparecchio. Per l'automazione telefonica grande interesse è il centralino a dieci numeri inventato dal romano G.B. Marzi, che funzionò nel Vaticano dal 1886 al 1890, precedendo di sei anni quello dell'americano Stronger. Seguono in ordine storico altri centralini e moderne apparecchiature telefoniche. Sono esposti, inoltre, gli apparecchi telefonici che appartennero alla Regina Margherita, a Re Vittorio Emanuele III di Savoia, quello di Benito Mussolini che funzionò a Palazzo Venezia nel 1932, nonché gli apparati dei ponti radio dell'Azienda di Stato per i servizi telefonici.

Telegrafo

In questo importantissimo settore il visitatore può osservare il vastissimo campionario di apparati telegrafici funzionanti: dai segnalatori a lanterna al modelllino del telegrafo ad asta di Claudio Chappe; dai primi apparati Morse dello stato pontificio ai Weatstone del Piemonte, agli Henlex del Regno delle Due Sicilie, fino ai primi apparati per trasmissioni multiple; il pantelegrafo dell'Abate Giovanni Caselli riproduce testi, disegni ed immagini, considerato l’antenato del primo servizio pubblico di telefoto, usato a Parigi e Lione dal 1866 al 1870. L’ultima parte di questo settore è dedicata alle telescriventi, al servizio telex e a quello telefoto, nonché ai cimeli provenienti dai Circoli delle Costruzioni dell'Amministrazione P.T., che già per più di un secolo curarono la costruzione e la manutenzione delle linee telegrafiche italiane”.







24 aprile 2006

[archivi] ing - roma

Istituto Nazionale per la Grafica

Gabinetto Disegni e Stampe
via della Lungara 230
Roma

tel
06.699801
fax
06.68806565

Calcografia
via della Stamperia 6
Roma

tel
06.699801
fax
06.69921454



dal sito ufficiale:
“L’Istituto Nazionale per la Grafica, se pur recente nella sua attuale denominazione e organizzazione, ha origini e tradizioni ben antiche. La configurazione d’oggi risale al 1975, quando fu creato il Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, e fu di conseguenza emanato il decreto costitutivo che ne definiva la struttura sia centrale che periferica. I compiti erano chiaramente individuati nella «salvaguardia, catalogazione e divulgazione del materiale grafico e fotografico». Il suo campo di attività si rivolge principalmente alla raccolta, allo studio e alla valorizzazione dei prodotti grafici tradizionali, siano essi esemplari unici o multipli (disegni e stampe con relative matrici) oppure di quanto, nella tecnologia moderna, comporta una reale riproducibilità seriale, come accade per i negativi e le stampe fotografiche oppure, nei tempi più recenti, per i film o i video d’artista”.
“L’Istituto Nazionale per la Grafica viene costituito con la fusione di:
Gabinetto Disegni e Stampe [collezioni]
Calcografia [collezioni]
due antichi istituti romani che da secoli rappresentano un punto di riferimento fondamentale per lo studio di stampe e disegni con una collezione di opere che vanno dal XV al XX secolo. Si è venuto così a creare un patrimonio di opere composito e articolato che per la presenza di disegni, stampe, matrici e fotografie costituisce un organismo museale di rilevanza internazionale. Anche se i due istituti originari hanno avuto sempre vita autonoma, bisogna considerare che la costituzione del nucleo antico delle rispettive collezioni ha origine nel Settecento ad opera di alcuni discendenti della famiglia Corsini, guidati da una forte passione e da una notevole conoscenza e intuito per le opere d'arte. Il merito maggiore va soprattutto al cardinale Neri Maria (1685-1770), infaticabile raccoglitore per la biblioteca di famiglia di stampe e disegni, e a suo zio, papa Clemente XII (1730-1740) che nel 1738 fondò la Calcografia Camerale Romana, dopo aver acquisito la collezione di lastre della famosa stamperia de' Rossi, su suggerimento del nipote Neri, allora cardinale camerlengo”.
“Le collezioni dell’istituto ammontano complessivamente a:
circa
135.000 stampe
20.000 disegni
23.000 matrici
5.200 positivi e 8.370 negativi del Fondo storico fotografico.
Il carattere distintivo di questa raccolta rispetto alle collezioni internazionali di grafica e alle calcografie pubbliche dell’Accademia San Ferdinando a Madrid e del Louvre a Parigi, è dato proprio dalla presenza del più vasto patrimonio di matrici calcografiche insieme con stampe, disegni e fotografie. L’unicità di tale situazione consiste quindi nella possibilità di accedere direttamente alla consultazione contemporanea di opere e documenti interrelati tra di loro, condizione fondamentale per uno studio analitico e una ricostruzione corretta della storia della grafica. Il confronto immediato tra matrice e stampa, e tra stampe di differenti stati, permette infatti una verifica più ampia e una migliore conoscenza dei procedimenti della tecnica grafica, dell’originalità degli esemplari e delle eventuali copie o falsi”.

Banca dati
Archivio eventi





23 aprile 2006

[musei] siva - roma

Museo della carta, della stampa e dell’informazione
?

nel repertorio dei musei italiani del sito turistico Welcome to Italy leggo, alla voce specifica:
“Museo della carta, della stampa e dell’informazione
via Salaria 971
Roma
presso Società Siva dell’Ente Nazionale Cellulosa e Carta [posto in liquidazione nel 1994 - ndr]
Visita previo appuntamento (tel. 06/840204, Direzione).
Descrizione: Antichi macchinari da cartiera, ricca raccolta di giornali e manifesti dal 1725, opere in cartapesta e molte interessanti curiosità”.

Se qualcuno mi sapesse dire qualcosa di più, gliene sarei grato!


22 aprile 2006

[musei] zecca - roma

Museo numismatico della zecca
palazzo dei Ministeri finanziari
via XX settembre 97
00185 Roma

tel
06.47613317
mail
sam@ipzs.it



dal sito del museo:
“Il Museo della Zecca è costituito da circa 20.000 opere: monete, medaglie, oggetti di conio e bozzetti in cera. Le monete comprendono una ricca raccolta di emissioni di Stati italiani ed esteri dal Medioevo ai giorni nostri ed un interessante nucleo di studi per monetazione, progetti e monete di prova. La collezione di medaglie comprende tre nuclei principali di particolare interesse storico e artistico (…) Il nucleo ‘oggetti di conio’ comprende conii e punzoni della raccolta pontificia e parte di quelli utilizzati per le medaglie di devozione.
Il museo è arricchito da una collezione di bozzetti in cera per medaglie e cammei, materiale ausiliario alla produzione delle opere che assume valore ed interesse di realizzazione autonoma”.



Storia delle collezioni
Conii e punzoni con galleria immagini e video
Monete



21 aprile 2006

[musei] icpl - roma

Museo dell’istituto centrale di patologia del libro
Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Istituto centrale per la patologia del libro
via Milano 76
00184 Roma

tel
06.482911
fax
06.4814968
mail
icplform@tin.it



dal sito dell’Icpl:
L’istituto centrale di patologia del libro è un organismo del Ministero per i beni e le attività culturali e svolge in autonomia funzioni di ricerca, indirizzo e coordinamento tecnico nel settore della conservazione e restauro. Dal 1938, anno della sua fondazione, l’Istituto ha sempre puntato a coniugare lo studio storico del libro e delle sue componenti materiali con le discipline mutuate dalle scienze della natura.
Il Museo dell’Istituto centrale di patologia del libro nasce nel 1938 per rappresentare soprattutto l’ampia casistica dei danni al patrimonio librario, dalle infestazioni termitiche ai bombardamenti delle guerre, dalle alluvioni all’incuria dell’uomo. Dal 2001 il Museo ha un nuovo spazio e un nuovo allestimento, accompagnato da servizi complementari (audioguide, catalogo, laboratorio didattico per ragazzi). Si articola in tre sezioni dedicate rispettivamente ai materiali, ai danni e alla prevenzione e al restauro del libro.



Laboratori didattici per le scuole del Museo
Ego ligavi istum librum… è ispirato all'attività di Frate Marco, legatore a Vicenza nella prima metà del XV secolo. I ragazzi hanno la possibilità di scoprire la tecnica e i materiali utilizzati nelle legature dei manoscritti medievali in pergamena eseguendo essi stessi la cucitura e la legatura di un piccolo volume.
Aldo Manuzio è invece dedicato ai capolavori realizzati dal tipografo attivo a Venezia a cavallo tra il XV e il XVI secolo. Come nell'officina di Aldo sarà possibile riprodurre i volumi caratterizzati dal formato tascabile, dalla carta di ottima qualità, dall'accurata stampa del nuovo carattere corsivo, dall'elegante legatura e, naturalmente, dalla marca tipografica che divenne presto celebre in tutta Europa: l'ancora con il delfino accompagnata dal motto festina lente.
Entrambe le attività hanno la durata di circa 75 minuti”.


20 aprile 2006

[archivi] peroni - roma

Archivio storico e museo Birra Peroni
via Renato Birolli 8
00155 Roma

tel
06.225441
fax
06.2284828
mail
peroni@peroni.it



dal sito Ulisse nella rete della scienza:
Il Museo racconta la storia dell’azienda che produce la birra Peroni dai primi del Novecento ai giorni nostri. Nel far questo, però, racconta anche la storia dei processi di produzione, introduce in modo anche sensoriale alla conoscenza delle materie prime, descrive la vita sociale che si svolgeva attorno alla fabbrica. L’ultima sezione del Museo è dedicata alla storia della comunicazione pubblicitaria dell’azienda, dalle prime campagne stampa degli anni Venti e Trenta fino alla bionda degli anni Sessanta”.



Presentazione del volume Archivio della Società Birra Peroni [Italian abstract]

19 aprile 2006

[musei] arti tipografiche - arpino

Museo delle arti tipografiche
palazzo Merolle-Felluca
corso Tulliano 49
Arpino (Frosinone)

tel
0776.849241
mail
info@valledelliri.net

dal sito I musei dell’artigianato di Confartigianato:
“Il Museo espone i macchinari, gli arredi e le attrezzature provenienti dalla Tipografia Editrice Fraioli, acquistati di recente dal Comune di Arpino. Tra i tanti reperti, si possono ammirare una macchina stampatrice a pedalina, un crogiolo per la fusione del piombo completo di pressa per la realizzazione di matrici, una collezione di caratteri mobili in piombo, clichés in rame e zinco, fotoincisioni e timbri. Il Museo dispone inoltre di pannelli che illustrano le origini e lo sviluppo della stampa, ed in particolare le vicende dell’arte tipografica ad Arpino e la storia della famiglia Fraioli”.

18 aprile 2006

[musei] aimsc

AIMSC
Associazione Italiana Musei della Stampa e della Carta

L’associazione è nata ufficialmente nel luglio 2005, in occasione del III Congresso dei Musei a Toscolano Maderno, da un’idea sviluppata a partire dal I Congresso (Urbino settembre 2003 presso Museum Graphia) ed elaborata nel II Congresso (Genova ottobre 2004 presso l’Archivio Museo della Stampa Armus).

da Paperweb:
“I rappresentanti dei musei della stampa e della carta sono stati ospiti di Cartiere Marchi, a Toscolano Maderno. L’occasione è stata offerta dal terzo Congresso dell’Associazione Italiana dei Musei della Stampa e della Carta (AIMSC), che ha segnato la “nascita ufficiale” di questa associazione, (lo statuto era stato formalizzato con atto notarile il 27 giugno 2005). L’AIMSC si propone fra l’altro di promuovere l’attività e la visibilità dei musei, degli archivi e delle raccolte, pubblici e privati, impegnati nella conservazione e tutela delle tradizioni tecniche dell'arte grafica e di quella cartaria. Si propone altresì di dar vita a un archivio informatico nazionale, attraverso il censimento di tutte queste realtà italiane.
Fra i soci fondatori dell’Associazione Italiana Musei della Stampa e della Carta, oltre al Museo della Valle delle Cartiere di Toscolano ci sono i Musei di Fabriano, il Baldari di Lecce e i due che si trovano in comune di Pescia. Vi è poi l’adesione di Assocarta e di Cartiere Marchi. Più numerosi i rappresentanti del settore stampa. Ne citiamo alcuni: il Museo Bodoniano di Parma e quello della Fondazione Libertà di Piacenza, quelli di Lodi, Soncino (CR), Bari e il Civico di Mondovì, la Raccolta Remondini di Bassano del Grappa, Museum Graphia di Urbino, l’Antica Stamperia Fabiani di Pietripoli (AN), l’Armus di Genova, il Grifani Donati di Città di Castello.
Hanno aderito all’AIMSC anche Assografici, Acimga, l’associazione che rappresenta i costruttori italiani di macchine per l'industria grafica, cartaria e affini e Argi, l’associazione che rappresenta i produttori/distributori di macchine, sistemi e prodotti per il settore grafico.
Il Consiglio Direttivo provvisorio, che ha nominato presidente Giorgio Tassotti di Bassano del Grappa, si è impegnato a perseguire l’allargamento della base associativa e a predisporre un programma prioritario di attività, che nel prossimo autunno sottoporrà dall’approvazione dell’Assemblea straordinaria”.

Organo ufficiale di AIMSC è “Graphicus”.

17 aprile 2006

[musei] aepm



AEPM Association of European Printing Museums

AEPM
Office
Markus Müller
Basler Papiermühle
St. Alban-Tal 37
CH-4052 Basel
Svizzera

tel
+41/(0)61.2729648
fax
+41/(0)61.2720993
mail
m.mueller@papiermuseum.ch



“Presently the AEPM Association of European Printing Museums has 60 members, among them

  • Atelier und Verlag, Mario Derra, Gernsheim (D)
  • Basler Papiermühle, Basel (CH)
  • Deutsches Zeitungsmuseum, Wadgassen (D)
  • Druckwerk Dornbirn (A)
  • Kulturhuef Grevenmacher (L)
  • Offizin Gustav Reichert, Kornwestheim (D)
  • Offizin Parnassia, Vättis (CH)
  • Schrifthalle Sissach (CH)
  • Stamparia Strada (CH)
  • Museo Bodoniano, Parma (I)
  • Typorama, Bischofszell (CH)
  • Bodoni-Museum, Berlin (D)
  • Gilde Gutenberg, Zürich (CH)
  • Musée de l'imprimerie, Lyon (F)
  • Apsley Paper Trail, Hemel Hempstead (UK)
  • Centre for Fine Print Research, University of the West of England, Bristol (UK)
  • Rolf Demmerle, Heidelberg (D)
  • Buchdruckmuseum Zschopau / Erzgebirge (D)
  • Heidelberger Druckmaschinen AG, Heidelberg (D)
  • Museum Europäischer Kulturen - Staatliche Museen zu Berlin (D)”.
  • Links
Cronistoria (1999–)

29. - 30. September 2006

2. General AEPM Meeting in Antwerp, Belgium


16 aprile 2006

[musei] postale e telegrafico – trieste

Museo Postale e Telegrafico della Mitteleuropa
Palazzo delle Poste Italiane
piazza Vittorio Veneto 1
Trieste

tel
040.6764264
fax
040.6764570
mail
museopostaletrieste@posteitaliane.it



dalla Rete Civica Trieste:
“Istituito nel 1995 a cura del Comitato promotore per la costituzione del Museo Postale e Telegrafico della Mitteleuropa, cui ha aderito anche il Comune di Trieste, il Museo è stato aperto al pubblico nel 1997. Ha sede presso lo storico Palazzo delle Poste di Trieste che fu progettato dall’architetto austriaco Friedrich Setz e inaugurato nel 1894. L'edificio già sede dell'I.R. Direzione delle Poste e Telegrafi dell'Impero Asburgico, ha conservato le sue originali caratteristiche e rappresenta l'ideale contenitore per un Museo specializzato in una tematica particolare, quella postale e telegrafica. L'intento è quello di valorizzare le testimonianze della cultura postale della Regione Friuli-Venezia Giulia e delle nazioni limitrofe che appartennero al bacino dell'Europa centrale. L'area museale si trova al pianoterra del Palazzo delle Poste, con ingresso dall’atrio prospiciente la piazza Vittorio Veneto. Sulla destra, accanto all’entrata, viene fatto un accenno alla figura di Guglielmo Marconi e alla sua nave laboratorio Elettra; si accede, quindi, alla sala principale dove è esposto il materiale storico. Ad accogliere il visitatore, una parete scenografica raffigurante il prospetto del Palazzo con la descrizione della sua storia. Al centro della sala è stato ricostruito un ufficio postale d'epoca che per un periodo ospiterà mobili ed attrezzature postali di matrice magiara, già appartenuti alla Posta Reale Ungherese della fine del secolo scorso. L'esposizione si sviluppa lungo le pareti della sala stessa ed è suddivisa per settori individuati nell’ambito della tradizione della storia postale. In particolare: la POSTA reperti, modulistica e documenti dai tempi dell’Austria ad epoche più moderne; la TELEGRAFIA con apparecchiature ed attrezzature telegrafiche; la CARTOGRAFIA POSTALE con carte d'epoca che si riferiscono ai percorsi di posta nel bacino mitteleuropeo; la FILATELIA; l'ARCHITETTURA POSTALE riguardante i palazzi storici delle città di Udine, Gorizia, Lubiana e Trieste. È stata recentemente firmata una Convenzione tra Comune di Trieste e Poste Italiane S.p.A. per la gestione in forma coordinata ed integrata del Museo Postale e Telegrafico della Mitteleuropa. In virtù della convenzione, Poste Italiane S.p.A. mantiene la proprietà del Museo, nonché la direzione e la gestione degli aspetti tecnico-organizzativi. Per quanto attiene agli aspetti scientifico e didattico il Museo viene incardinato ai Civici Musei di Storia ed Arte del Comune di Trieste”.

15 aprile 2006

[musei] bodoni - parma

mb
Museo Bodoniano

Palazzo della Pilotta
Strada alla Pilotta 3
43100 Parma



tel
0521.220411
fax
0521.235662
mail
mubodoni@unipr.it


ingresso gratuito
lunedì-sabato 9-13 su prenotazione
chiusura 16-31 agosto, domenica e festivi

direttore
Leonardo Farinelli

dal sito del museo:
“Il Museo Bodoniano, tangibile segno di riconoscenza della comunità cittadina al grande tipografo, è situato nel Palazzo farnesiano della Pilotta presso la sede della Biblioteca Palatina. Terzo museo della stampa in Europa e primo nel suo genere in Italia, fu istituito per custodire e conservare la suppellettile tipografica-fusoria e gli altri cimeli appartenenti all’officina grafica di Bodoni; per illustrare l’opera del saluzzese e valorizzarne le collezioni; infine per promuovere studi e ricerche nel campo dell’arte tipografica. Il museo venne inaugurato, dopo circa sette anni di gestazione, il 17 novembre 1963, in occasione del 150º anniversario della morte di G. B. Bodoni (1740-1813). In realtà l’idea di creare a Parma un Centro nazionale di studi sull’arte grafica dedicato al tipografo saluzzese circolò a Parma già nel 1940, durante le celebrazioni organizzate per ricordare il secondo centenario della nascita di Bodoni, iniziate nel mese di maggio: l’idea non fece in tempo a svilupparsi a causa dell’entrata in guerra dell’Italia (10 giugno 1940).

Nel 1944 inoltre, venne pressoché distrutta dai bombardamenti la Biblioteca Palatina, custode dei tesori bodoniani: materiale tecnico e bibliografico racchiuso in casse, che si salvò miracolosamente. Terminata la ricostruzione e ritornata alla normalità la vita civile, politica, sociale ed economica della città dopo la fine della guerra, nel 1957 si riprese il progetto di un museo bodoniano: venne costituito subito un Comitato Promotore, col compito di portare a compimento l’iniziativa. L’atto legale di costituzione del Museo Bodoniano fu sottoscritto nel 1960, mentre erano già iniziati i lavori di ristrutturazione dei locali dell’ultimo piano della Biblioteca Palatina destinati ad ospitare la nuova istituzione. L’arredamento generale del museo e la copia in bronzo del busto di Bodoni (dall’originale di Giambattista Comolli) furono opera dello scultore Carlo Corvi (1904-1978). Ottenuto il riconoscimento giuridico e l’approvazione dello Statuto (D.P.R. 18 luglio 1962), il 17 novembre 1963il nuovo museo finalmente venne aperto al pubblico.
Dopo un ventennio di grande vitalità e prosperità in cui è stato promotore di studi, ricerche, concorsi, mostre ed eventi culturali di risonanza internazionale, il Museo ha vissuto periodi difficili a causa di diversi anni di chiusura seguenti il terremoto del 1983 ed a scarsi finanziamenti. Dal 1999 è iniziata la fase di rilancio, col nuovo Statuto approvato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali ed un rinnovato Consiglio d’Amministrazione.
Nel 2004, su invito del Gutenberg Museum di Magonza, il Bodoniano è divenuto membro della AEPM, Association of European Printing Museum”.

L’esposizione permanente delle opere è organizzata in sei sezioni:
1 . Produzione bodoniana
2 . Storia del libro
3 . Storia della tipografia a Parma
4 . Strumenti tipografico-fusori bodoniani
5 . Evoluzione grafica della pagina stampata
6 . Evoluzione del carattere tipografico

Completano l’esposizione il torchio tipografico e quattro armadi neoclassici dove Bodoni conservava le cassette dei punzoni e le serie di matrici.

Archivio mostre ed eventi del museo

14 aprile 2006

[archivi] csac - parma

Csac
Centro Studi e Archivio della Comunicazione

Università degli Studi di Parma
via Palermo 6
43100 Parma

tel
0521.270847 e 270798
fax
0521.270832
mail
csac@unipr.it



dal sito Csac:
“Nella Sezione Media, tra gli altri, si conservano 7.000 bozzetti di manifesti e 2.000 manifesti cinematografici di autori come Ballester, Acerbo, Cesselon, Ciriello, Manno, oltre agli importantissimi archivi (circa 100.000 pezzi) di Carboni, Iliprandi, Provinciali, Sepo, Testa, Tovaglia, Vitale, 11.000 disegni di satira e fumetto e 3.000 disegni per illustrazione di autori come Pericoli e Chiappori, quelli del gruppo de ‘Il Male’ (Angese, Giuliano, Perini, Vincino), quelli del gruppo di ‘La Repubblica’ (Bevilacqua, Bucchi, Alain Denis, Eletti, Jezek, Micheli), e poi ancora Galantara, Bisi, oltre agli archivi di Luciana Roselli e Brunetta Mateldi”.



sempre dal sito Csac:
“L’idea di formare delle raccolte d’arte dell’Università seguendo modelli nuovi, e quindi di costituire quello che in seguito sarà chiamato CSAC (Centro Studi e Archivio della Comunicazione), nasce dalle esperienze, soprattutto all’estero, di Arturo Carlo Quintavalle e dalla attenzione partecipe di numerosi rettori. Il primo nucleo della raccolta comprende soprattutto dipinti (della Pop e dell’Informale soprattutto) e importanti archivi fotografici (Villani di Bologna, Studio Stefani di Milano). Nel 1980 presso l’ala dei Contrafforti del Palazzo farnesiano della Pilotta si apre, con un convegno al quale partecipano i maggiori progettisti italiani, la Sezione Progetto, che allora presentava una raccolta di circa 400.000 pezzi e ora ne annovera circa 1.500.000 (schizzi, disegni, maquettes, oggetti, ecc...) fra quelli dei più importanti architetti e designers italiani di questo secolo. Contemporaneamente si sono arricchite in modo esponenziale anche le collezioni di fotografia, design, arte, grafica e disegni di moda; tanto che la originaria sede nel Palazzo della Pilotta non è più sufficiente per la gestione e la fruizione del materiale. Così si decide di chiedere la cessione della Certosa di Valserena e si cerca uno spazio entro la città dove sistemare le raccolte per permettere la fruizione, almeno di una parte di esse ad un vasto pubblico. Iniziano dunque i primi interventi di restauro nell’abbazia e contemporanenamente viene riattato il Padiglione Nervi, dove i materiali vengono trasferiti nel 1989. Nel 1986, dopo circa venti anni di attività, il CSAC viene riconosciuto ufficialmente con D.P.R. pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 6 marzo 1987. Negli edifici di Valserena, in totale circa 8.000 metri quadrati, l’Università di Parma concentrerà l’insieme delle opere del Centro Studi e Archivio della Comunicazione”.

13 aprile 2006

[archivi] barilla - parma

Archivio storico Barilla
viale Barilla 3a
43100 Parma

tel
0521.262944
fax
0521.263053
mail
archiviostorico@barilla.it

responsabile dell’archivio
Giancarlo Gonizzi


1952: “Pietro Barilla stringe la mano ad Erberto Carboni (a. s.), il grafico che ha contribuito a creare la nuova immagine pubblicitaria della Barilla (sua la campagna “Con Pasta Barilla è sempre Domenica” vincitrice della Palma d’Oro della pubblicità) e ponendo le basi per lo sviluppo degli anni a venire”.


dal sito dell’archivio:
“L’Archivio Storico nasce nel 1987, per volontà della Presidenza della Barilla, con l’obiettivo di raccogliere, conservare e valorizzare la documentazione storica dell’azienda, consentendo a chiunque ne faccia richiesta di ripercorrere la storia, l’attività economica, la strategia comunicativa e pubblicitaria del marchio, attraverso un secolo e più di vita.
A partire dagli anni Settanta, diverse Società sono entrate a far parte del Gruppo Barilla apportando, a fianco dello specifico contributo tecnologico e commerciale, anche la ricchezza culturale della loro tradizione. Così, l’Archivio Storico Barilla conserva gli archivi d’impresa – o quanto di essi il tempo ci ha conservato – di Braibanti (fondata a Parma dall’ing. Ennio Braibanti nel 1870), Mulino Bianco (nata nel 1975), Pavesi (sorta nel 1940 a Novara per volontà di Mario Pavesi), e Voiello (nata a Torre Annunziata dall’iniziativa di Teodoro Voiello nel 1879).
Il 30 novembre 1998, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, tramite il Sovrintendente agli Archivi per l’Emilia Romagna, ha dichiarato l’Archivio Storico Barilla di notevole interesse storico, perché testimone dello sviluppo dell’industria alimentare e dell’evolversi del costume in Italia.
Dal 1° febbraio 2005 l’Archivio Storico Barilla trasferisce la propria sede. Non sarà pertanto possibile consultare la documentazione né ricevere supporto per studi o tesi di laurea fino al termine dei lavori di riordino previsti per dicembre 2005”.

La storia del gruppo Barilla
La comunicazione Barilla
La comunicazione Pavesi

12 aprile 2006

[musei] stampa - piacenza

Museo della Stampa Marcello Prati di “Libertà”
via Benedettine 66a
29100 Piacenza

sabato
ore 17 – 19

curatore
Giorgio Milani

dal sito del museo:
“«Quando Donatella Ronconi, editrice di Libertà, me l’ha chiesto, ho accettato con entusiasmo – dice
Giorgio Milani –. È una realizzazione unica in Italia: non esistono altri musei della stampa ospitati nella sede di un giornale. È potuto accadere qui perché Libertà è uno dei pochissimi giornali italiani, di certo l’unico che io conosca, che non abbia gettato via i suoi vecchi tesori». Indispensabile braccio destro di Milani, nel mettere all’onor del mondo questo museo nella sua forma attuale è stato il suo assistente «storico» Sergio De Crema, tipografo in pensione che per un mese si è immerso negli scantinati dello stabilimento di Libertà per ripescare tanti vecchi attrezzi del mestiere, ripulirli e trasformarli in altrettanti pezzi da esposizione: «Ho cominciato a fare il tipografo a 11 anni, subito dopo la scuola – racconta – lavorando allo stabilimento Don Orione di Borgonovo, dove non c’erano ancora le linotypes e componevamo tutto a mano. Mi era venuta questa passione da bambino, perché abitavo vicino a un tipografo: il signor Rocca, che tutte le mattine portava alla mia famiglia la Libertà fresca di stampa»”.



dal sito del museo:
“La professione di chi scrive è inseparabile dai suoi ferri del mestiere; e questo è tanto più vero per l'editoria moderna e la sua dimensione industriale. Oggi che il computer ha semplificato in così tanti campi - compresa la realizzazione del giornale che avete in mano - la vita di noi tutti, è più che mai giusto dedicare un museo agli strumenti tipografici andati in pensione negli anni '80 del secolo scorso. Non sono semplici macchine: sono le ruote su cui la cultura di tutto il mondo ha fatto la sua corsa fin dal Quattrocento, quando Gutenberg inventò la «stampa a caratteri mobili». Il Museo della Stampa che Libertà ha aperto nella sua sede in via Benedettine – in contemporanea col nuovo spazio culturale «Le Rotative», tenuto a battesimo da un'incantevole mostra-spettacolo dedicata allo scenografo Lele Luzzati – è appunto dedicato a tutto questo. Qui è raccolta la memoria degli anni «eroici» e artigianali, intrisi dell'odore familiare dell'inchiostro, della vita del nostro giornale, quando si finiva di stampare la mattina presto: le «storiche» macchine compositrici (Linotypes, Nebitype, Ludlow), caratteri di piombo e di legno, clichés di metallo e gomma, flani di cartone, pagine di piombo, rulli, spazzole, pinze, tipometri (presto arriveranno anche le due vecchie macchine Duplex per la stampa in piano). Il miglior commento possibile è quello che, guardandosi intorno, ha fatto il grande Luzzati: «Sembrano cose dell'Ottocento. Eppure è così che, fino a pochi anni fa, è stato stampato tutto quello che abbiamo letto»”.



Visita guidata al Museo:
I caratteri in legno
Le linotype
Gli ''strumenti del mestiere''
L’archivio delle copie di Libertà

11 aprile 2006

[musei] figurine - modena

Museo della Figurina
corso Canalgrande 103
41100 Modena

tel
059.2033090
fax
059.2033087
mail
museo.figurina@comune.modena.it



dal sito del museo:

“Il Museo della Figurina, aperto nel 1986, nasce a Modena all’interno dell’azienda Panini. Parallelamente allo sviluppo dell’azienda, cresce la collezione personale di figurine storiche di Giuseppe Panini, fondatore della ditta e ideatore del rinnovamento della figurina in senso moderno. Tale collezione costituisce il primo nucleo sul quale si svilupperà il futuro Museo. Fin dall’inizio è chiaro lo scopo che Giuseppe Panini vuole raggiungere: documentare l’origine della figurina con un consistente e significativo numero di esemplari raccolti in tutto il mondo, soddisfacendo al contempo la passione collezionistica e la necessità di avvalorare il proprio prodotto attraverso una storia della piccola stampa. La raccolta riunisce così accanto alle figurine propriamente dette, materiali affini per tecnica o funzione: dalle scatole di fiammiferi ai bolli chiudi lettera, dalla carta moneta ai menu, fino a comprendere gli album originali, stampati dalle varie ditte per la raccolta delle serie – spesso forniti di didascalie ricche di informazioni su svariati argomenti – e gli album d’epoca, creati per passatempo dai collezionisti seguendo solamente il proprio gusto estetico e la propria fantasia. Come conseguenza dell’intensa attività svolta dal 1986 al 1991 nel campo della didattica, della divulgazione e dello studio, a livello internazionale, si impone la necessità di riorganizzare il Museo secondo criteri più scientificamente in linea con le moderne museografia e museologia. È così che nel 1992 Giuseppe Panini decide, in accordo con l’azienda e il Comune di Modena, di donare la collezione alla sua città, sede naturale, in quanto capitale mondiale della figurina, di un Museo che ne documenti la storia e lo sviluppo. Il Museo, unico per quantità (centinaia di migliaia di pezzi) e qualità, data la rarità di molti esemplari, si propone di conservare, inventariare e catalogare secondo criteri studiati appositamente e conformi agli standard internazionali, tutti i materiali in suo possesso configurandosi come punto di riferimento per gli studiosi e le ricerche in questo specifico campo.
Il Museo è da poco stato trasferito nella sua sede definitiva a Palazzo Santa Margherita. L’apertura al pubblico è prevista per dicembre 2006.
Il Museo riceve su appuntamento collezionisti e studiosi.
Organizza inoltre mostre tematiche anche su richiesta”.



le raccolte
Cromolitografia
Figurine e pubblicità
Collezione Liebig
Cigarettes Card
Bolli chiudilettera
Figurine in Italia
Altre raccolte
Nuove acquisizioni
Mostre tematiche

Links


10 aprile 2006

[musei] xilografia - carpi

Museo della xilografia Ugo da Carpi
Musei civici
palazzo dei Pio
piazza dei Martiri 68
41012 Carpi (Modena)

tel
059.649955
fax
059.649976
mail
musei@carpidiem.it

dal sito del Sistema museale della Provincia di Modena:

“Il museo è temporaneamente chiuso per lavori di restauro.
Aperture straordinarie su prenotazione.
Attraverso la raccolta del Museo della Xilografia si riscopre l’illustre tradizione locale della stampa: circa duemila pezzi, con xilografie e matrici dal ’600 ai giorni nostri”.



dal sito dell’Ufficio Informazioni ed Accoglienza Turistica del Comune di Modena:

“Il Museo della Xilografia, che rappresenta l’unico museo in Italia di questo genere e uno dei più importanti in Europa, è stato fondato nel 1936 da Luigi Servolini e costituisce uno dei nuclei più importanti del patrimonio museale carpigiano. Attraverso i materiali esposti è possibile ricostruire la storia della tecnica della xilografia, ma anche della stampa, a Carpi e in Europa, che si lega, tra l’altro, alla presenza di Aldo Manuzio presso la corte carpigiana di Alberto Pio, all’inizio del Cinquecento.”

Musei civici di Palazzo dei Pio
Informazioni generali
Il nuovo allestimento
Museo della xilografia
Storia
Archivio
Percorso
Pubblicazioni





09 aprile 2006

[musei] illustrazione - ferrara

Mil Museo dell’illustrazione
Centro Studi sull’Immagine Riprodotta
via Frescobaldi 40
44100 Ferrara

tel
0532.244949

direttore
Paola Pallottino



dal sito Ferrara Arte e Cultura:

“Il Mil, Museo dell’Illustrazione, è un centro studi sull’immagine riprodotta creato per la conservazione e la catalogazione di materiali relativi all’illustrazione per porli a disposizione, non solo degli esperti, ma anche di un pubblico più vasto. La promozione culturale ha per fine la divulgazione della propria attività tramite conferenze, convegni, pubblicazioni ed esposizioni permanenti e con un’operazione conservativa, di studi e servizi, ed espositivo-divulgativa.
Il lavoro di catalogazione e custodia è relativo a tutti i documenti concernenti la storia dell’illustrazione, i bozzetti grafico-pittorici dagli originali alle riproduzioni a stampa in libri e periodici d’epoca, nonché opere d’incisione, cartellonismo, fumetto, caricatura e grafica minore. Il museo dispone di una biblioteca e di una emeroteca specializzata, con periodici editi sin dalla fine dell’Ottocento”.

Archivio delle mostre del Mil

08 aprile 2006

[musei] carta - amalfi

Museo della Carta

via delle Cartiere 24
84011 Amalfi (Salerno)

tel
089.8304561
fax
089.872235
mail
info@museodellacarta.it
direttore@museodellacarta.it



direttore
Emilio De Simone

07 aprile 2006

[pix] 31 marzo by rossolini









































Al Visionario!

(pix courtesy Carlo Rossolini)

[pix] 31 marzo by duse











































































In pizzeria!

(Pix courtesy Roberto Duse)