[musei] stampa - piacenza
Museo della Stampa Marcello Prati di “Libertà”
via Benedettine 66a
29100 Piacenza
sabato
ore 17 – 19
curatore
Giorgio Milani
dal sito del museo:
“«Quando Donatella Ronconi, editrice di Libertà, me l’ha chiesto, ho accettato con entusiasmo – dice Giorgio Milani –. È una realizzazione unica in Italia: non esistono altri musei della stampa ospitati nella sede di un giornale. È potuto accadere qui perché Libertà è uno dei pochissimi giornali italiani, di certo l’unico che io conosca, che non abbia gettato via i suoi vecchi tesori». Indispensabile braccio destro di Milani, nel mettere all’onor del mondo questo museo nella sua forma attuale è stato il suo assistente «storico» Sergio De Crema, tipografo in pensione che per un mese si è immerso negli scantinati dello stabilimento di Libertà per ripescare tanti vecchi attrezzi del mestiere, ripulirli e trasformarli in altrettanti pezzi da esposizione: «Ho cominciato a fare il tipografo a 11 anni, subito dopo la scuola – racconta – lavorando allo stabilimento Don Orione di Borgonovo, dove non c’erano ancora le linotypes e componevamo tutto a mano. Mi era venuta questa passione da bambino, perché abitavo vicino a un tipografo: il signor Rocca, che tutte le mattine portava alla mia famiglia la Libertà fresca di stampa»”.
dal sito del museo:
“La professione di chi scrive è inseparabile dai suoi ferri del mestiere; e questo è tanto più vero per l'editoria moderna e la sua dimensione industriale. Oggi che il computer ha semplificato in così tanti campi - compresa la realizzazione del giornale che avete in mano - la vita di noi tutti, è più che mai giusto dedicare un museo agli strumenti tipografici andati in pensione negli anni '80 del secolo scorso. Non sono semplici macchine: sono le ruote su cui la cultura di tutto il mondo ha fatto la sua corsa fin dal Quattrocento, quando Gutenberg inventò la «stampa a caratteri mobili». Il Museo della Stampa che Libertà ha aperto nella sua sede in via Benedettine – in contemporanea col nuovo spazio culturale «Le Rotative», tenuto a battesimo da un'incantevole mostra-spettacolo dedicata allo scenografo Lele Luzzati – è appunto dedicato a tutto questo. Qui è raccolta la memoria degli anni «eroici» e artigianali, intrisi dell'odore familiare dell'inchiostro, della vita del nostro giornale, quando si finiva di stampare la mattina presto: le «storiche» macchine compositrici (Linotypes, Nebitype, Ludlow), caratteri di piombo e di legno, clichés di metallo e gomma, flani di cartone, pagine di piombo, rulli, spazzole, pinze, tipometri (presto arriveranno anche le due vecchie macchine Duplex per la stampa in piano). Il miglior commento possibile è quello che, guardandosi intorno, ha fatto il grande Luzzati: «Sembrano cose dell'Ottocento. Eppure è così che, fino a pochi anni fa, è stato stampato tutto quello che abbiamo letto»”.
Visita guidata al Museo:
I caratteri in legno
Le linotype
Gli ''strumenti del mestiere''
L’archivio delle copie di Libertà
via Benedettine 66a
29100 Piacenza
sabato
ore 17 – 19
curatore
Giorgio Milani
dal sito del museo:
“«Quando Donatella Ronconi, editrice di Libertà, me l’ha chiesto, ho accettato con entusiasmo – dice Giorgio Milani –. È una realizzazione unica in Italia: non esistono altri musei della stampa ospitati nella sede di un giornale. È potuto accadere qui perché Libertà è uno dei pochissimi giornali italiani, di certo l’unico che io conosca, che non abbia gettato via i suoi vecchi tesori». Indispensabile braccio destro di Milani, nel mettere all’onor del mondo questo museo nella sua forma attuale è stato il suo assistente «storico» Sergio De Crema, tipografo in pensione che per un mese si è immerso negli scantinati dello stabilimento di Libertà per ripescare tanti vecchi attrezzi del mestiere, ripulirli e trasformarli in altrettanti pezzi da esposizione: «Ho cominciato a fare il tipografo a 11 anni, subito dopo la scuola – racconta – lavorando allo stabilimento Don Orione di Borgonovo, dove non c’erano ancora le linotypes e componevamo tutto a mano. Mi era venuta questa passione da bambino, perché abitavo vicino a un tipografo: il signor Rocca, che tutte le mattine portava alla mia famiglia la Libertà fresca di stampa»”.
dal sito del museo:
“La professione di chi scrive è inseparabile dai suoi ferri del mestiere; e questo è tanto più vero per l'editoria moderna e la sua dimensione industriale. Oggi che il computer ha semplificato in così tanti campi - compresa la realizzazione del giornale che avete in mano - la vita di noi tutti, è più che mai giusto dedicare un museo agli strumenti tipografici andati in pensione negli anni '80 del secolo scorso. Non sono semplici macchine: sono le ruote su cui la cultura di tutto il mondo ha fatto la sua corsa fin dal Quattrocento, quando Gutenberg inventò la «stampa a caratteri mobili». Il Museo della Stampa che Libertà ha aperto nella sua sede in via Benedettine – in contemporanea col nuovo spazio culturale «Le Rotative», tenuto a battesimo da un'incantevole mostra-spettacolo dedicata allo scenografo Lele Luzzati – è appunto dedicato a tutto questo. Qui è raccolta la memoria degli anni «eroici» e artigianali, intrisi dell'odore familiare dell'inchiostro, della vita del nostro giornale, quando si finiva di stampare la mattina presto: le «storiche» macchine compositrici (Linotypes, Nebitype, Ludlow), caratteri di piombo e di legno, clichés di metallo e gomma, flani di cartone, pagine di piombo, rulli, spazzole, pinze, tipometri (presto arriveranno anche le due vecchie macchine Duplex per la stampa in piano). Il miglior commento possibile è quello che, guardandosi intorno, ha fatto il grande Luzzati: «Sembrano cose dell'Ottocento. Eppure è così che, fino a pochi anni fa, è stato stampato tutto quello che abbiamo letto»”.
Visita guidata al Museo:
I caratteri in legno
Le linotype
Gli ''strumenti del mestiere''
L’archivio delle copie di Libertà
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