[archivi] csac - parma
Csac
Centro Studi e Archivio della Comunicazione
Università degli Studi di Parma
via Palermo 6
43100 Parma
tel
0521.270847 e 270798
fax
0521.270832
mail
csac@unipr.it
dal sito Csac:
“Nella Sezione Media, tra gli altri, si conservano 7.000 bozzetti di manifesti e 2.000 manifesti cinematografici di autori come Ballester, Acerbo, Cesselon, Ciriello, Manno, oltre agli importantissimi archivi (circa 100.000 pezzi) di Carboni, Iliprandi, Provinciali, Sepo, Testa, Tovaglia, Vitale, 11.000 disegni di satira e fumetto e 3.000 disegni per illustrazione di autori come Pericoli e Chiappori, quelli del gruppo de ‘Il Male’ (Angese, Giuliano, Perini, Vincino), quelli del gruppo di ‘La Repubblica’ (Bevilacqua, Bucchi, Alain Denis, Eletti, Jezek, Micheli), e poi ancora Galantara, Bisi, oltre agli archivi di Luciana Roselli e Brunetta Mateldi”.
sempre dal sito Csac:
“L’idea di formare delle raccolte d’arte dell’Università seguendo modelli nuovi, e quindi di costituire quello che in seguito sarà chiamato CSAC (Centro Studi e Archivio della Comunicazione), nasce dalle esperienze, soprattutto all’estero, di Arturo Carlo Quintavalle e dalla attenzione partecipe di numerosi rettori. Il primo nucleo della raccolta comprende soprattutto dipinti (della Pop e dell’Informale soprattutto) e importanti archivi fotografici (Villani di Bologna, Studio Stefani di Milano). Nel 1980 presso l’ala dei Contrafforti del Palazzo farnesiano della Pilotta si apre, con un convegno al quale partecipano i maggiori progettisti italiani, la Sezione Progetto, che allora presentava una raccolta di circa 400.000 pezzi e ora ne annovera circa 1.500.000 (schizzi, disegni, maquettes, oggetti, ecc...) fra quelli dei più importanti architetti e designers italiani di questo secolo. Contemporaneamente si sono arricchite in modo esponenziale anche le collezioni di fotografia, design, arte, grafica e disegni di moda; tanto che la originaria sede nel Palazzo della Pilotta non è più sufficiente per la gestione e la fruizione del materiale. Così si decide di chiedere la cessione della Certosa di Valserena e si cerca uno spazio entro la città dove sistemare le raccolte per permettere la fruizione, almeno di una parte di esse ad un vasto pubblico. Iniziano dunque i primi interventi di restauro nell’abbazia e contemporanenamente viene riattato il Padiglione Nervi, dove i materiali vengono trasferiti nel 1989. Nel 1986, dopo circa venti anni di attività, il CSAC viene riconosciuto ufficialmente con D.P.R. pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 6 marzo 1987. Negli edifici di Valserena, in totale circa 8.000 metri quadrati, l’Università di Parma concentrerà l’insieme delle opere del Centro Studi e Archivio della Comunicazione”.
Centro Studi e Archivio della Comunicazione
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via Palermo 6
43100 Parma
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0521.270847 e 270798
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dal sito Csac:
“Nella Sezione Media, tra gli altri, si conservano 7.000 bozzetti di manifesti e 2.000 manifesti cinematografici di autori come Ballester, Acerbo, Cesselon, Ciriello, Manno, oltre agli importantissimi archivi (circa 100.000 pezzi) di Carboni, Iliprandi, Provinciali, Sepo, Testa, Tovaglia, Vitale, 11.000 disegni di satira e fumetto e 3.000 disegni per illustrazione di autori come Pericoli e Chiappori, quelli del gruppo de ‘Il Male’ (Angese, Giuliano, Perini, Vincino), quelli del gruppo di ‘La Repubblica’ (Bevilacqua, Bucchi, Alain Denis, Eletti, Jezek, Micheli), e poi ancora Galantara, Bisi, oltre agli archivi di Luciana Roselli e Brunetta Mateldi”.
sempre dal sito Csac:
“L’idea di formare delle raccolte d’arte dell’Università seguendo modelli nuovi, e quindi di costituire quello che in seguito sarà chiamato CSAC (Centro Studi e Archivio della Comunicazione), nasce dalle esperienze, soprattutto all’estero, di Arturo Carlo Quintavalle e dalla attenzione partecipe di numerosi rettori. Il primo nucleo della raccolta comprende soprattutto dipinti (della Pop e dell’Informale soprattutto) e importanti archivi fotografici (Villani di Bologna, Studio Stefani di Milano). Nel 1980 presso l’ala dei Contrafforti del Palazzo farnesiano della Pilotta si apre, con un convegno al quale partecipano i maggiori progettisti italiani, la Sezione Progetto, che allora presentava una raccolta di circa 400.000 pezzi e ora ne annovera circa 1.500.000 (schizzi, disegni, maquettes, oggetti, ecc...) fra quelli dei più importanti architetti e designers italiani di questo secolo. Contemporaneamente si sono arricchite in modo esponenziale anche le collezioni di fotografia, design, arte, grafica e disegni di moda; tanto che la originaria sede nel Palazzo della Pilotta non è più sufficiente per la gestione e la fruizione del materiale. Così si decide di chiedere la cessione della Certosa di Valserena e si cerca uno spazio entro la città dove sistemare le raccolte per permettere la fruizione, almeno di una parte di esse ad un vasto pubblico. Iniziano dunque i primi interventi di restauro nell’abbazia e contemporanenamente viene riattato il Padiglione Nervi, dove i materiali vengono trasferiti nel 1989. Nel 1986, dopo circa venti anni di attività, il CSAC viene riconosciuto ufficialmente con D.P.R. pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 6 marzo 1987. Negli edifici di Valserena, in totale circa 8.000 metri quadrati, l’Università di Parma concentrerà l’insieme delle opere del Centro Studi e Archivio della Comunicazione”.
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